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Il settore energetico dopo il Covid-19

20 Maggio 2021

Come la transizione ecologica può limitare il rialzo delle emissioni di CO2

Da quando le fonti di energia rinnovabile hanno iniziato a essere utilizzate su larga scala, il settore energetico ha cominciato ad allontanarsi dal petrolio e dai combustibili fossili in direzione di risorse a basso o zero impatto ambientale.

La caduta dei prezzi del petrolio, culminata nell’aprile 2020, ha accelerato questa transizione: la maggior parte delle compagnie e dei paesi produttori di petrolio stanno guardando oltre l’oro nero, nonostante i prezzi si siano lentamente stabilizzati di nuovo nei primi mesi del 2021.

Una vera transizione “al di là del petrolio” può avvenire solo se adottata anche dalle economie e paesi produttori di petrolio con le maggiori emissioni inquinanti. La Cina, il più grande importatore di petrolio al mondo, è all’avanguardia nel settore delle energie rinnovabili con non meno di sette aziende attive nell’energia solare, che collocano il paese tra i primi dieci al mondo. La Cina è anche tra i principali produttori mondiali di energia eolica.

In questo contesto globale, l’Europa sta avanzando nella sua traiettoria verde verso la riduzione delle emissioni attraverso soluzioni sostenibili. Negli ultimi anni, l’UE ha promosso una legislazione alquanto avanzata sulla sostenibilità ambientale, incoraggiando la riduzione del consumo energetico e l’aumento dell’efficienza energetica.

Oggi, l’attenzione si concentra sul Green New Deal, che posiziona l’Europa all’avanguardia della transizione energetica globale, con l’obiettivo di zero emissioni di  CO2 entro il 2050.

Per raggiungere questo obiettivo, l’UE ha fissato obiettivi intermedi per il 2030, tra cui un taglio di almeno il 55% delle emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990, almeno il 32% dell’approvvigionamento energetico prodotto da energie rinnovabili e un miglioramento di almeno il 32,5% dell’efficienza energetica.

La crisi del Covid-19 ha anche dimostrato che gli investitori favoriscono ancora fortemente gli investimenti sostenibili. Anche la Banca Centrale Europea si sta muovendo in questa direzione. Oltre alla decisione di smettere di finanziare i combustibili fossili, la BCE sosterrà investimenti per circa 1 trilione di euro fino al 2030 a favore di aziende che attuano iniziative per il clima utilizzando fonti di energia rinnovabili.

Le emissioni globali sono crollate di quasi 2 miliardi di tonnellate nel 2020, il più grande calo assoluto della storia. Questa tendenza positiva, tuttavia, non sembra in grado di resistere alla prova del tempo, se non è sostenuta da importanti riforme delle politiche e da un cambio di marcia nel settore privato. Il 2021 mostra che, con la ripresa dei viaggi e delle attività economiche in tutto il mondo, il consumo di petrolio e le sue emissioni stanno aumentando di nuovo.

Tuttavia, c’è motivo per essere ottimisti. La diminuzione del 2020 sottolinea che arrivare agli obiettivi prefissati di zero emissioni è una sfida difficile, ma non impossibile da raggiungere. I paesi di tutta Europa e di tutto il mondo devono continuare nei loro sforzi per trasformare le loro promesse in politiche e azioni energetiche concrete.

In questo contesto, le piccole e medie imprese (PMI) sono stakeholder rilevanti, dato il loro contributo all’attività economica globale, al benessere sociale e all’impronta ambientale. Come eco-innovatori, le PMI possono svolgere un ruolo chiave nel successo della diffusione delle energie rinnovabili e nell’aumento dell’efficienza energetica nell’UE.